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Uno sviluppo locale “a prova di futuri”

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Uno sviluppo locale “a prova di futuri”
Uno sviluppo locale “a prova di futuri” - © Photo by Bankim Desai on Unsplash

Il signor Visio, responsabile dell’ufficio pianificazione del comune di Valpreziosa, ricordava chiaramente la sensazione di inquietudine provata nel firmare il piano di sviluppo ventennale della valle. La giunta era però stata irremovibile. La valle aveva una lunga tradizione nello sci. Dinastie di sciatori e istruttori popolavano quei luoghi, gli sport invernali erano di certo il perno su cui doveva basarsi lo sviluppo dell’area.

Ed eccoci qui, rimuginava Visio, a due decadi di distanza. I grossi investimenti per impianti, macchinari e strutture non rendevano quanto sperato. Per non parlare delle scuole di sci e dell’indotto, in crisi. La popolazione era in fermento, alcuni minacciavano addirittura di andarsene. Le temperature erano salite a tal punto che non solo la neve naturale, ma anche quella artificiale, non reggeva la domanda. Che fare?!

Strategie “a prova di futuri”

La storia di Valpreziosa è forse un po’ estrema, ma ci riconduce a un tema rilevante per molti territori: pianificare il proprio sviluppo in modo che questo risulti sostenibile, anche nel tempo. La tematica è più che mai attuale, chi si aspettava la pandemia di Covid19? In che modo le strategie di sviluppo dei nostri territori pensano di adattarsi in vista di possibili ulteriori crisi sanitarie? Un piccolo grande aiuto nella pianificazione ci viene fornito dalla disciplina del “futures literacy and futures studies” promossa anche dall’UNESCO, che mira ad anticipare il futuro e a sviluppare metodi, spesso partecipativi, per minimizzare gli affetti di stress e shock causati da eventi futuri.

Come ci ricorda il Prof. Scolozzi, docente del master in Previsione Sociale dell’Università di Trento consiste nell’utilizzare modelli di realtà per esplorare una varietà di futuri, distinguendo il probabile, il plausibile e il possibile, e realizzare quindi iniziative per tendere il presente verso il desiderabile (o il più lontano possibile dall’indesiderabile).
L’anticipazione del futuro è stata utilizzata in diversi settori industriali come l’elettronica, l’industria medica, il design industriale e, più recentemente, nel design per il cambiamento climatico.

Implicazioni per lo sviluppo locale: i tre orizzonti

In che modo integrare i “futures studies” nella pianificazione dello sviluppo locale? Uno degli strumenti che la disciplina offre è quello dei “tre orizzonti”. Questa metodologia permette di raffigurare qual è l’orizzonte auspicabile per la comunità di riferimento, cosa inevitabilmente cadrà “in decadenza” e quali misure sono necessarie per cercare di rendere realtà il futuro desiderabile.

Nell’ambito del progetto “100% Local”, l’Istituto per lo sviluppo regionale di Eurac Research, insieme agli altri partner di progetto, ha utilizzato i “3 orizzonti” per ragionare sulle traiettorie di sviluppo auspicabili, e non, per cinque comunità Alpine (Alta Val Venosta – Italia; Pitztal – Austria; Valsot – Svizzera; Parco Prealpi Giulie – Italia;  Julian Alps – Slovenia). In queste aree, i rappresentanti dei principali settori economici, amministratori e cittadini si sono riuniti (virtualmente, causa Covid19) e posti delle domande per ciascuno dei tre orizzonti, rappresentabili, come visibile nel grafico sotto, con tre curve.

Figure 1: Tre orizzonti Source: Skopia 2020

Certezze oggi, ma forse non domani

La riflessione comincia dalla curva rossa, che parte in alto ma ben presto tracolla. Di cosa si tratta? Dell’orizzonte attuale, di ciò che oggi “è prevalente” ma che potrebbe andare in crisi e non essere più una certezza domani. In ambito di sviluppo locale la domanda che la comunità pone quindi è: cos’è efficiente e funzionale oggi, ma potrebbe entrare in crisi e diventare progressivamente obsoleto e disfunzionale domani? La riflessione identifica e analizza le forze esterne ed interne che lavorano costantemente sul contesto di riferimento, modificandolo. Su alcune di queste forze la comunità può agire, altre sono al di là della sua portata e dovrà quindi adattarsi ad esse. È il caso in particolare dei megatrends: tendenze globali, di grande inerzia, che influenzano il mondo in maniera profonda e inarrestabile per decenni, producendo cambiamenti importanti e strutturali in ambiti cruciali come quello demografico, ambientale, energetico, etc. I megatrends vanno considerati nell’ambito di questo esercizio in quanto i loro impatti sul territorio offrono enormi opportunità, ma anche grandi rischi e sfide. Il Joint Research Center (Competence center on Foresight) ha identificato 14 megatrend di grande rilevanza per il territorio europeo nei prossimi decenni. Uno di questi è “Climate Change and environmental degradation”, che per le aree Alpine, e per la nostra Valpreziosa, si rende tangibile nei grandi cambiamenti a livello di temperature, paesaggi, attività.Meglio rifletterci in tempo, che dite?

Il futuro desiderabile

La riflessione si sposta quindi sulla “Vision” che la comunità ha per il proprio territorio di lì a 20 anni. Come ci piacerebbe fosse il nostro territorio tra 20 anni? L’esercizio richiede un po’ di lungimiranza e creatività, senza però disconnettersi dalla realtà, lo scenario deve essere realistico. Ci devono essere dei segni già nel nostro oggi di innovazioni che ci porteranno a raggiungere il domani auspicabile. Nel grafico infatti la curva verde è presente anche oggi, ma non prevalente, cresce nel tempo. Forse in Valpreziosa alcuni agriturismi avevano già vent’anni fa un’offerta culinaria invidiabile. Si sarebbe potuta immaginare e facilitare un’offerta turistica basata sull’enogastronomia?

Come raggiungerlo

È cruciale infine che la comunità rifletta sulla curva azzurra, che collega ciò che è prevalente oggi, con ciò che lo sarà domani. Cosa bisogna scartare, innovare, mantenere nei prossimi 3-5 anni? Quali innovazioni sono già presenti? Quali diventeranno dominanti preparando le condizioni per la realizzazione di sistemi più funzionali che rimpiazzeranno quelli attuali? Forse Valpreziosa non avrebbe dovuto investire in impianti per la neve artificiale e concentrarsi invece sulla manutenzione paesaggistica, il sostegno alle aziende agroalimentari anche tramite corsi di formazione  sul tema comunicazione e marketing.

Il signor Visio ha letto un blog sui tre orizzonti e deciso di approfondire l’argomento, con un corso. Forse la prossima programmazione ventennale dello sviluppo locale di Valpreziosa e sugli asset su cui puntare si baserà maggiormente sul futuro anziché sul passato.
E nel vostro comune?

 

100% Local è un progetto europeo, finanziato dalla Strategia Europea per la macro-regione Alpina, finalizzato a sostenere le filiere agroalimentari corte nelle Alpi che offrono beni interamente prodotti e lavorati in un’area specifica. Il lead partner è l’Istituto per lo sviluppo regionale di Eurac Research i partner sono Polo Poschiavo, Znanstvenoraziskovalni center Slovenske akademije znanosti in umetnosti, Inštitut za slovensko narodopisje, e Università della Svizzera italiana. Per saperne di più qui sito e social media.


Francesca Teston Appassionata di sviluppo locale, studia a Milano “Economia delle amministrazioni pubbliche e istituzioni internazionali”, approfondendo l’impatto della politica di coesione sul territorio. Dal 2017 contribuisce alle ricerche e ai progetti dell’Istituto per lo Sviluppo Regionale di Eurac Research, in particolare a quelli riguardanti lo sviluppo economico sostenibile dell’area EUSALP (European Union strategy for the Alpine macro-region). Dove trovarla quando non è in Eurac? Quasi certamente in montagna con uno zaino in spalla (o a mangiare in una malga!). Le migliori domande di ricerca arrivano mentre si guarda il mondo dalla cima di un massiccio!

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Citation

https://doi.org/10.57708/b6604602
Teston, F. Uno sviluppo locale “a prova di futuri.” https://doi.org/10.57708/B6604602

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