Il primo paper
Cosa si può fare per conservare la diversità degli uccelli nelle Alpi e nelle altre aree montane europee? Occorre pianificare e gestire pratiche che tutelano e promuovono un’agricoltura fatta di appezzamenti piccoli, pratiche che alternano in un mosaico diversi usi del suolo e preservano la continuità dei boschi. È la conclusione alla quale sono arrivati gli autori del primo paper pubblicato grazie ai dati del Monitoraggio della Biodiversità Alto Adige. La particolarità dello studio sta nell’approccio.
“Generalmente ci si focalizza su una singola specie o un singolo tipo di habitat”, spiega l’ornitologo Matteo Anderle, primo autore del paper. “In questo caso abbiamo preso in esame la diversità dell’intera comunità di uccelli negli habitat più rappresentativi delle Alpi. Abbiamo conteggiato gli individui in punti distribuiti su una superficie di circa 7.400 chilometri quadrati e abbiamo classificato le specie e i tratti funzionali caratteristici in relazione alla configurazione del paesaggio, alle caratteristiche topo-climatiche (come quota e temperatura media) e al tipo di uso del suolo. In aggiunta, abbiamo studiato in particolare le specie inserite nella lista rossa provinciale, cioè quelle a rischio, e come le caratteristiche dell’ambiente influenzano tratti e abitudini degli uccelli”.