Nel cuore della laguna veneziana saranno posizionati moduli in vetro colorato, perfettamente integrati negli edifici e nel contesto paesaggistico sia dal punto di vista cromatico sia morfologico. L’installazione è già iniziata e sarà reversibile per rispettare i vincoli archeologici, paesaggistici e idrogeologici che caratterizzano questo parco cittadino sull’acqua.
Il fotovoltaico nascosto, hidden PV per gli addetti ai lavori, è solo una delle evoluzioni tecnologiche che ha reso possibile questo intervento, con il plauso degli architetti.
La riqualificazione energetica degli edifici sull’Isola della Certosa ha vinto il Premio speciale di In/Arch “Architettura solare in contesti di pregio”. Le ricercatrici di Eurac Research Elena Lucchi e Laura Maturi erano nella giuria.
Quest’anno per la prima volta, grazie alla collaborazione con la ricerca, uno storico premio di architettura ha aperto le sue porte al fotovoltaico. Com’è andata?
Elena Lucchi: Il nostro centro di ricerca – Eurac Research – fa parte del network di ricerca PV IMPACT che riunisce tutti gli attori italiani che si occupano di fotovoltaico, dal punto di visto fisico, chimico, legislativo, ingegneristico e architettonico. Il network è organizzato in gruppi di lavoro che si riuniscono periodicamente per approfondire gli sviluppi di ambiti specifici, tra cui il tema del fotovoltaico integrato negli edifici (BIPV). Proprio in questo gruppo abbiamo conosciuto Beatrice Fumarola, la coordinatrice nazionale di In/Arch, e quasi per caso, è nata l’idea di proporre un premio speciale per dare visibilità a esempi di architettura solare in contesti di pregio architettonico e paesaggistico. La raccolta di esempi è molto importante per mostrare le possibilità estetiche e tecniche di questi sistemi, al fine di aiutare conservatori, pubbliche amministrazioni e progettisti a superare le barriere culturali ancora presenti nei confronti dell’installazione di sistemi BIPV in questi contesti. In poco tempo la collaborazione si è concretizzata e abbiamo ricevuto 89 candidature per questa categoria. Noi ricercatrici abbiamo fatto una preselezione e una giuria di esperti internazionali ha scelto il progetto vincitore.
Quindi era il momento giusto per questa apertura?
Laura Maturi: Purtroppo l’immagine del fotovoltaico è spesso associata a qualcosa di brutto. Soprattutto in edifici storici e contesti di pregio i classici moduli blu non possono integrarsi in modo armonico con l’architettura. Ma oggi la tecnologia ha fatto enormi passi avanti e i moduli non sono più quelli di una volta. Probabilmente anche tra gli architetti sta emergendo la necessità di creare questa consapevolezza, anche perché la progettazione oggi non può prescindere dal considerare l’aspetto energetico. Far conoscere esempi validi di architettura solare che combinano l’estetica alla funzionalità tecnica ed energetica è un passo importante in questa direzione.