Alta quota e ipossia
L’aria che ci sovrasta esercita su ogni superficie una certa pressione, la pressione atmosferica. Salendo di quota, la quantità di aria che grava su di noi diminuisce e con essa, quindi, diminuisce la pressione atmosferica, così come la pressione esercitata da ciascuno dei gas presenti nell’aria stessa. Tra questi gas c’è l’ossigeno. Sulla vetta del Monte Bianco, a 4.807 metri di altitudine, la pressione parziale di ossigeno è poco più della metà di quella presente al livello del mare. Superati gli 8.000 metri, poi, si entra nella cosiddetta “zona della morte”, dove la pressione parziale di ossigeno è talmente bassa da essere incompatibile con la sopravvivenza, se non per poche ore. Più è bassa la pressione dell’ossigeno nell’aria, infatti, più difficile sarà il suo passaggio nel sangue a livello polmonare. La scarsa ossigenazione del sangue si traduce in una scarsa ossigenazione degli altri tessuti, condizione che prende il nome di “ipossia”.