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Una mappatura degli ambienti naturali in Alto Adige

28 giugno 22

Una mappatura degli ambienti naturali in Alto Adige

Mappe e dati elaborati da Eurac Research vengono messi a disposizione gratuitamente alle amministrazioni come supporto alla pianificazione di natura e territorio

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La conservazione degli ecosistemi naturali è un punto sempre più critico per la società del futuro. Gli ambienti naturali offrono infatti importanti servizi – i cosiddetti servizi ecosistemici – alla società e alle economie locali: risorse, ad esempio, come acqua pulita e legno, una maggiore protezione del territorio da disastri naturali, paesaggi adatti al turismo e alle attività ricreative. Al tempo stesso gli ecosistemi sono fondamentali per la conservazione della biodiversità, garantendo tra l’altro la sopravvivenza e il benessere delle specie animali e vegetali. Un team di ricerca dell’Istituto per l’ambiente alpino di Eurac Research ha raccolto dati dettagliati e realizzato mappe ad altissima risoluzione che coprono l’intero territorio dell’Alto Adige e numerose altre aree europee per un totale di oltre 80.000 chilometri quadrati. Le mappe offrono un colpo d’occhio sulla connettività ecologica – tra i parametri più importanti per la protezione della biodiversità – e individuano quali aree naturali offrono il maggior numero di servizi ecosistemici all’uomo.

Le Nazioni Unite hanno di recente dichiarato gli anni dal 2021 al 2030 il Decennio per il Ripristino degli Ecosistemi, appellandosi a governi, istituzioni e cittadini a ricostruire habitat naturali degradati o distrutti e a conservare quelli esistenti. Ecosistemi integri aiutano infatti ad affrontare alcune delle attuali sfide dell’umanità: combattere le crisi climatiche, proteggere la biodiversità, garantire la sicurezza alimentare e l’approvvigionamento idrico.

“Alla politica e alle amministrazioni sarà chiesto – con sempre maggiore insistenza – di pianificare strategicamente la protezione e l’utilizzo delle aree naturali, individuando anche quali ripristinare,” spiega Valentina Giombini, biologa dell’Istituto per l’ambiente alpino di Eurac Research ed esperta di soluzioni basate sulla natura. “Il lavoro di analisi delle aree naturali e semi naturali svolto in Eurac Research vuole fornire informazioni dettagliate proprio sui criteri di valutazione più importanti per questo tipo di scelte: parametri come i servizi ecosistemici offerti dalla natura e la connettività ecologica”. Le mappe individuano infatti, tra le altre cose, anche le cosiddette infrastrutture verdi: ambienti naturali o seminaturali che connettono ecologicamente territori diversi e che forniscono importanti benefici. “Le infrastrutture verdi sono fondamentali per la conservazione della biodiversità perché permettono alle specie animali di muoversi attraverso i territori: in questo modo favoriscono la ricombinazione genetica all’interno della specie e consentono agli animali di spostarsi alla ricerca di habitat più consoni e di far così fronte agli effetti del cambiamento climatico”.

Un ottimo esempio di infrastruttura verde sono i filari campestri: porzioni di terreno adiacenti ai campi coltivati in cui si lascia un piccolo bosco o una siepe. “Questi ambienti seminaturali da una parte danno alle specie animali – per esempio uccelli, ma anche caprioli – la possibilità di spostarsi attraverso più territori, dall’altra offrono altri servizi importanti come il consolidamento del suolo e una prima filtrazione delle acque usate in agricoltura”.

Le aree più critiche per la connettività ecologica sono spesso rappresentate dai fondovalle, solitamente territori densamente antropizzati: vere e proprie barriere per gli animali che separano gli habitat ai due lati della valle. “Nella valle dell’Adige, ad esempio, il biotopo del lago di Caldaro e di Castelfeder insieme al Bosco di Monticolo rappresentano delle aree importanti e possono aiutare diverse specie animali ad attraversare più agevolmente la valle ,” commenta Valentina Giombini.

Altri habitat degni di attenzione sono i frutteti tradizionali: frutteti non intensivi e con alberi ad alto fusto. Queste aree non solo forniscono frutta di varietà spesso rare e autoctone, ma sono particolarmente preziose come habitat per gli uccelli e le cavallette. “Vista la loro importanza per la connettività ecologica e per i servizi ecosistemici che offrono, all’interno del gruppo di lavoro è nato un interesse particolare per questo tipo di habitat seminaturale”, racconta Lukas Egarter Vigl, ecologo del paesaggio di Eurac Research. “Un gruppo di ricerca all’interno del nostro Istituto porterà avanti studio delle potenzialità dei frutteti tradizionali e, insieme a partner locali, ha iniziato a promuovere azioni rivolte alla cittadinanza per contrastarne la scomparsa”.

Oltre ai dati sulle infrastrutture verdi e sulla connettività ecologica, il team di ricerca ha mappato anche gli ambienti – dai boschi ai pascoli d’alta quota, dai parchi urbani alle zone agricole – che offrono il maggior numero di servizi ecosistemici. Le mappe hanno una risoluzione di cento metri quadrati e individuano un’ampia serie di servizi che la natura offre alla società: approvvigionamento di legno, acqua, foraggio, ad esempio, regolazione degli ecosistemi e dell’impollinazione, assorbimento della C02, prevenzione dell’erosione e del dissesto idrogeologico, valori estetici e culturali come la bellezza del paesaggio.

La ricerca si focalizza sul valore della multifunzionalità: ovvero su quei luoghi che offrono allo stesso tempo più servizi ecosistemici. “Per questo, oltre al biotopo Lago di Caldaro, una delle aree che spicca nelle mappe è quella dell’Alpe di Siusi: qui ai servizi ecosistemici legati al foraggio e all’impollinazione, si aggiungono infatti anche servizi legali al turismo, al benessere e al settore ricreativo,” spiega Valentina Giombini e conclude “Le mappe offrono un colpo d’occhio per capire quanto sia importante – anche economicamente – proteggere determinate aree naturali e seminaturali.”

Le attività di ricerca si sono svolte nella cornice di un più ampio progetto europeo denominato LUIGI “Linking Urban and Inner-Alpine Green Infrastructure” finanziato dal Fondo INTERREG Alpine Space. Al progetto hanno collaborato 14 partner in 6 differenti paesi alpini.

Dati e mappe per amministrazioni ed enti di ricerca sono accessibili gratuitamente qui: https://zenodo.org/record/6602481#.YrHynHbP2Uk Corso di e-learning sulle infrastrutture verdi dedicato alle classi di terza media o superiori: https://e-learning.eurac.edu/it/

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Il biotopo del lago di Caldaro è un’area ecologica importante che aiuta diverse specie animali ad attraversare più agevolmente la valle dell’Adige.© CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons - AriadneNaxos
Una delle mappe elaborate dal team di ricerca. In verde scuro gli ambienti naturali protetti. In rosso le barriere al movimento delle specie animali, spesso rappresentate da territori altamente antropizzati o utilizzati per l'agricoltura. In blu i corridoi ecologici più importanti per il collegamento di aree naturali diverse. © Eurac Research - Thomas Marsoner, Valentina Giombini, Heidi Simion, Lukas Egarter Vigl

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